Nel momento in cui il "personale" diventa "pubblico" nasce un'estetica completamente nuova, e un'enorme porzione delle interazioni sociali, normalmente invisibili, viene memorizzata per sempre. Come nota Charles Stross, stiamo vivendo la fine della "pre-Storia", gli ultimi giorni della storia-patchwork umana. Le vite di domani saranno ricordate dagli storici di dopodomani con strabiliante chiarezza e lucidità, ricostruite attraverso l'enorme massa di blips, twits e cirps emessi dai nostri software sociali.
Comparate a queste, le nostre vite attuali sembreranno opache e inimmaginabili come quelle vissute dai nostri progenitori che hanno abitato la stessa caverna per duecentomila anni, generazione dopo generazione, lasciando come unico ricordo nulla di più persistente di qualche osso sparso per terra.
Comparate a queste, le nostre vite attuali sembreranno opache e inimmaginabili come quelle vissute dai nostri progenitori che hanno abitato la stessa caverna per duecentomila anni, generazione dopo generazione, lasciando come unico ricordo nulla di più persistente di qualche osso sparso per terra.
Fonte: Bookcafè
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