12 marzo 2008

Friul.tv

I mezzi di comunicazione oggidì al tempo del web conversazionale permettono e sollecitano partecipazione; la partecipazione suscita in noi sentimenti di appartenenza (alle collettività, ai Luoghi), l'appartenenza a sua volta diventa una delle dimensioni della nostra identità personale e sociale.

Con le nuove tecnologie il concetto di Abitanza (e forse anche quello di nazione, da interpretare sempre però in divenire, come flusso e processo) può attagliarsi a realtà non più caratterizzate da riferimenti geografici, da contiguità fisica degli individui e dei gruppi sociali: diventa possibile ad esempio concepire e realizzare forme consistenti di socialità - con annesso scambio di valori, atteggiamenti, competenze - tra persone lontane eppure accomunate da interessi specifici.

Un esempio concreto, e assai interessante per le sue implicazioni quasi antropologiche e per le indicazioni per l'agire futuro, è dato dalle nuove forme di riunificazione mediatica (che poi diventa collaborazione) delle comunità planetariamente diffuse di emigranti con la terra di origine; nel caso del Friuli Venezia Giulia, si tratta di potenziare le reti relazionali che intercorrono tra realtà locali e le comunità dei friulani e giuliani nel mondo.

In particolare, segnalo un convegno intitolato "Lenghis minoritariis, media, emigrazion", promosso dalla Comunità Collinare del Friuli e dalla Cooperativa di Informazione Friulana, che si terrà oggi, venerdì 14 marzo, a Colonia Caroya in Argentina, città nota per essere stata fondata da popolazioni friulane alla fine dell'800, e dove tuttora si parla correntemente in friulano, perfino attraverso le frequenze delle radio locali (che grazie alla Rete, diventano glocali).

Il convegno potrà essere seguito in videoconferenza su www.friul.tv e in diretta radiofonica su Radio Onde furlane (90.00/90.20 Fm in Friuli, 96.60 Fm Argentina, www.friul.it per lo streaming).

Un NuovoAbitante della prima ora, Luca Peresson, si trova al momento proprio in Argentina, in quanto personalmente coinvolto nel progetto: ecco cosa dice riguardo alle nuove dimensioni della socialità praticabili grazie ai moderni strumenti offerti dal web:

«Un prin cambiament – al sclarìs Luca Peresson, espert di gnovis tecnologjiis e president dal Centri Friûl Lenghe 2000 – al è leât aes pussibilitâts dai gnûfs imprescj: chê di jessi informâts su chel che al sucêt te tiere di origjine (mert di television satelitâr, web, radio on line...), di colaborâ a distance a progjets comuns, di fâ rêt. Parie, i gnûfs mieçs a permetin di inlaçâ contats cu lis secondis e tiercis gjenerazions de emigrazion regjonâl, judant a ripuartâ la lôr atenzion viers la culture e la storie di provenience. No ultin – al zonte –, al è di considerâ ancje cemût che al podarès mudâ il rûl des associazions dai emigrants, se chestis a savaran doprâ lis oportunitâts dai gnûfs mieçs di rivâ in dut il mont».

La citazione è presa dal blog di Andrea Venier, ilFurlanist, dove oltre al programma completo del evento-convegno e delle tematiche dibattute troverete anche dei ragionamenti interessanti sulle implicazioni sociali del "Friuli in Rete".

1 commento:

Anonimo ha detto...

perchè dici che la partecipazione in un luogo virtuale sollecita appartenenza? sulla base di cosa lo dici? a naso, mi pare vero alcune volte ma sempre meno in quanto i luoghi virtuali sono sempre di più un luogo praticato e abitato. in altre parole sono un'esperienza sempre più comune e non così straordinaria come poteva essere tempo fa. almeno per la parte più sgamata degli utenti. forse mi sbaglio eh.