Qui una sintesi per punti fatta da Dario Salvelli
- In un economia della conoscenza se tu sei uguale ad un altro non porti un piffero, il tuo valore aggiunto è zero
- Una buona idea che rimane confinata in un ambito ristretto vale poco non diventa una forza trainante, una motrice, una spinta di business. Il valore si crea moltiplicando l’idea.
- Le aziende più o meno se la cavano sempre ma chi rischia con la globalizzazione sono i territori, che non si possono spostare, ed i lavoratori che dovranno giustificare la differenza di reddito con altri mercati, oggi scontata, ma tra 3-4 anni assurda ed indifendibile.
- Dobbiamo avere una diversa economia della conoscenza nelle fabbriche usando in maniera diversa le idee, i significati, il valore che si dà al prodotto che ha valore perchè si inserisce in una filiera che gli dà qualità, moltiplicatori. E’ l’intelligenza che sta nella testa delle persone che conta non nelle macchine.
- Il nostro sistema industriale non ha mai presidiato le filiere, nessuno ha mai controllato e organizzato il valore che c’è a valle delle filiere.
- Il territorio è una delle reti, non il contrario. Il territorio deve dare delle reti importanti locali basati sulla prossimità e l’accesso alle reti grandi e aperte.
- Il territorio è l’identità costruita non quella storica. Bisogna interrogarsi su cosa il territorio vuole diventare. Dobbiamo imparare a raccontare e a raccontarsi: il racconto è fatto di arte, letteratura, di film, esperienze, del creare una città viva, del fare in modo che emergano idee condivise da una popolazione.
- Dobbiamo cominciare a costruire lo spazio metropolitano, lo spazio di quelli che lavorano con noi in idee di mercato e servizi rari, importanti.
- Il territorio non è affidato al Comune, alla Provincia, alla Regione, al federalismo. E’ una idea sbagliata: il territorio è dei cittadini che si muovono nello spazio e vanno a cercare ciò che gli serve.
- E’ l’apertura della Rete delle persone che fa i moltiplicatori.
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