Le stesse cose dette da Riccardo Cavallero di Mondadori a Rimini al convegno EbookLab Italia di qualche giorno fa, tramortendo la platea degli editori presenti, ora riappaiono in questa intervista a El Paìs, riportata da repubblica e dal Post.
Si potrebbe discutere dei modelli economici, delle "forme del contenuto" editoriale, ma la visione d'insieme del cambiamento culturale in atto è assolutamente condivisibile.
E interessante è l'accenno alle biblioteche, che presto potrebbero vedere rivitalizzato il loro ruolo e la loro importanza nel mercato dell'editoria elettronica, come a esempio prova da anni a spiegare Giulio Blasi di MLOL.
Da vendere i libri ad affittarliIl capo della Mondadori ha spiegato al Pais cosa pensa del futuro dei libri
Il direttore generale di Mondadori Libri, Ricky Cavallero, ha dato un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais (Cavallero ha lavorato a lungo in Spagna prima di essere nominato a Segrate l’anno scorso) sulle prospettive del mercato dei libri, ripresa oggi da Repubblica nelle pagine di cultura.
L’era Gutenberg non è finita, anzi è destinata a continuare, ma sarà la rivoluzione digitale di Internet a segnare il futuro dei libri. «Il potere passa dall’editore al lettore, è lui a decidere cosa vuole, quando lo vuole e a quale prezzo»: a dirlo, in un’intervista uscita ieri sul País, è Riccardo Cavallero, direttore generale dei Libri del gruppo Mondadori in Italia, Spagna e America latina (compresi dunque i marchi Einaudi, Piemme, Sperling & Kupfer, oltre alla newyorchese Random House). Manager di segno cosmopolita, è nato 48 anni fa vicino a Torino, ha vissuto in America, poi in Spagna, e ora è a Milano. Tra le sue preferenze letterarie, indica anche Gomorra di Saviano.
A suo dire, intanto non è il libro on line a determinare quel cambiamento radicale nell’universo dell´editoria che paragona a una rivoluzione copernicana. Cavallero: «L’e-book in sé non vale niente. Nasce già vecchio. Quel che conta è la rivoluzione digitale. Come avvenne per i dinosauri, per sopravvivere bisognerà cambiare habitat, e invece molti editori non sono ancora pronti, non hanno la forza mentale per cambiare il proprio modo di lavorare, tenendo conto dei gusti di chi sta dall´altra parte. Finora siamo vissuti in una bolla di lusso dov’era possibile prescindere dal lettore: ora invece, per la prima volta, dovremo capirlo».
Più difficile da dire è come cambieranno gli editori, in che tempi, e soprattutto: che fine faranno i diritti d’autore? Azzarda Cavallero, un po’ ridendo: «L’editore diventerà un bibliotecario: non venderà qualcosa, ma lo presterà. Nel mondo digitale, avrà qualcosa di simile alla televisione a pagamento, con alcuni canali che vengono venduti a sottoscrizione… Inevitabilmente, si dovrà trovare anche una formula nuova per liquidare i diritti e non sarà più possibile farlo nel modo semplice di oggi: per ogni esemplare venduto. Il cambiamento avverrà tra una ventina d’anni, probabilmente, ma già ora il digitale fa nascere un mucchio di problemi agli avvocati che devono quantificare la somma destinata al pagamento dei diritti d’autore»
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