26 marzo 2010

I libri ci leggono

Mettiamo il caso specifico delle tecnologie didattiche.
Lavagne interattive, pc in classe, videocamere, registratori. La buona letteratura sull'argomento ci dice che potrebbe essere perfino controproducente rispetto all'apprendimento considerarle come qualcosa di aggiunto al normale flusso comunicativo tipico delle mattinate a scuola.
Per l'insegnante l'utilizzo di edutic in classe dovrebbe essere un gesto fluido, a tempo con il dialogo o multilogo del gruppo classe; se invece devo spostarmi in aula multimediale, oppure collegare lavagna o videoproiettore, trovare le chiavi dell'armadio per tirar fuori la macchina fotografica, spezzo il flusso e va ricostruito l'ambiente mentale dell'apprendimento.
Per questo qui si dice che le tecnologie in classe vanno pensate come ambienti, non come strumenti, in particolare se parliamo di Luoghi di apprendimento digitali come i blog di classe, le piattaforme FAD, le community.
Un insegnante non pensa "adesso uso la lavagna", "adesso uso il libro". Per motivi storici, vi è naturalezza nel suo disporre dei sussidi. Lo stesso dovrebbe avvenire con il computer o con la LIM, se quegli strumenti abitassero già, in modo nativo o naturalizzato, nella sua mente e nel suo pensare la propria attività professionale. Gli strumenti ci abitano, noi abitiamo in un ambiente mentale che contempla gli strumenti, quando li usiamo abitiamo le potenzialità che quegli strumenti ci offrono.
"Quando impugno un martello, tutto assomiglia a un chiodo". L'affermazione spiritosa coglie bene proprio questo aspetto: la relazione tra il mio pensare (percepire, progettare, prevedere, esplorare, predispormi all'azione) e le potenzialità dello strumento. Non vedo nessuna difficoltà a dire "il martello mi abita", ovvero "io abito il martello".
Il discorso vale anche per la tecnologia tutta, la quale non va vissuta come corpo estraneo rispetto alla cultura umana, nemmeno l'avessero portata gli alieni, ma va concepita come propria della specie umana. La tecnologia non è uno strumento, è l'ambiente dentro cui /grazie al quale progettiamo le trasformazioni del territorio per sopravvivere come specie.
Per questo dovremmo essere tutti un po' tecnologi (mica tecnici), essere consapevoli del mondo costruito in cui viviamo, senza bloccarci dinanzi a questi ragionamenti molto umani, e la Scuola dovrebbe riuscire a rendere consapevoli le nuove generazioni della tecnologia che ci abita.
Noi tutti quindi abitiamo nella tecnologia (guardatevi attorno), e con essa dialoghiamo, quotidianamente. E lo facciamo da millenni, e siamo cresciuti insieme, siamo ibridati con la tecnologia, la tecnologia cambia la natura umana, e Frankenstein è un libro del primo Ottocento. "Cambia il modo di fare figli, di allevarli e di educarli. Cambia il modo di comunicare, di apprendere e di insegnare", dice Giuseppe O. Longo. La tecnologia cambia la nozione di tempo, la percezione dello spazio, il concetto di realtà, e conseguentemente cambiano le forme sociali, i tribunali e gli ospedali e le scuole, le case e le città, i modi con cui ci relazioniamo agli altri.
Ma torniamo nello specifico, parliamo di supporti tecnologici della conoscenza, parliamo di libri.
Sono millenni che ci accompagnano, i libri, cinque secoli in formato a stampa.
Ma adesso ci sono gli e-book, e alla specie umana succederà qualcosa, come sempre accade quando si modifica la forma e le funzionalità degli strumenti base dell'apprendere.
Matureremo nuove modalità di accesso all'informazione, ora che sono cambiate le interfacce. Sì, un libro è un'interfaccia, una porta per lo scibile, visto che ogni libro parla di altri libri. E noi interagiamo con il libro, secondo l'usabilità che l'oggetto tecnologico ci permette. E con gli e-book il libro si fa abitare in modo diverso, e accende scintille nuove nella nostra testa.

E se un e-book è testo elettronico, che appare e scompare, che possiamo manipolare, già oggi è possibile fare un passo in più, se a esempio il libro ci guarda mentre leggiamo.
Se il libro fosse provvisto di una videocamera che segue il movimento dei nostri occhi e modifica ciò che appare mentre leggiamo, aiutandoci a potenziare l'esperienza, mostrandoci immagini o collegamenti ipertestuali, perché il libro (su un tablet, su un iPad) sa dove stiamo puntando lo sguardo, se ci soffermiamo su una parola, ci segue nel nostro ritmo di lettura.
Dialoghiamo con la tecnologia, è cosa tutta umana, non può esserci estranea.

Qui su Wired.com trovate l'articolo (in inglese), qui sotto metto il video.

17 marzo 2010

Le nuove Linee Guida ministeriali per i siti web delle Pubbliche Amministrazioni

Su iniziativa del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, sono state pubblicate le nuove Linee guida per i siti web delle PA, Innovazionepa.gov.it ne parla qui, trovate anche il link per il pdf.

Come al solito, quelli del Formez e le commissioni ministeriali pare abbiano fatto un buon lavoro: sono ben trattati i temi della usabilità, dell'accessibilità, le metodologie e gli stumenti per la progettazione razionale e efficace dei Luoghi web della Pubblica Amministrazione,vengono messe in primo piano le tematiche della qualità della comunicazione (trasparenza, visibilità dei contenuti, policy), viene sottolineata l'importanza dei formati aperti e vengono delineati alcuni criteri per sollecitare l'espressione della valutazione del servizio da parte degli utenti.

Dico come al solito, perché anche la famosa legge Stanca 150 del 2001, sulla comunicazione pubblica, era meritoria in quanto a visione generale, così come le linee guida uscite successivamente, verso il 2004, a cura del Formez, oppure le indicazioni successive ministeriali per la qualità della comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni erano perfettamente centrate e aggiornate sulla necessità di fornire al cittadino, in ottica e-government, una praticabilità netta e senza ombre di quanto le PA devono produrre e pubblicare, per legge.
E giustamente, il cittadino era ed è sempre posto al centro del processo comunicativo.
Ma in italia il problema, lo sappiamo, non è certo fare delle leggi, che anzi proliferano senza sosta. Il problema è nella loro applicazione.
Se le PA locali, le Scuole e i Comuni e la Regione adottassero rapidamente queste linee guida, in un'ottica di miglioramento continuo della qualità della comunicazione tra l'Istituzione e i cittadini - l'importante è cominciare, e queste indicazioni vanno già benissimo - già potremmo dire di essere un po' più civili, nel sentirci convolti come parte attiva nel dialogo sull'amministrazione della cosa pubblica.

Una segnalazione: queste Linee guida escono in "beta", ovvero come versione preliminare. 
Sono stati infatti attivati dei Luoghi di discussione presso i siti ministeriali, dei forum tematici ben articolati, dove tutti possiamo contribuire al miglioramento stesso delle indicazioni, in una concezione collaborativa, un crowdsourcing, delle attività. 
E' un bel segno, sempre che non resti tutto sulla carta*.

* "restare sulla carta" è metafora linguistica risalente all'epoca precedente l'attuale, decisamente inadeguata nella lettera a cogliere le peculiarità di una legge ministeriale pubblicata in formato elettronico su siti governativi, per gestire la comunicazione su web delle Pubbliche Amministrazioni. 
Il suo significato metaforico, invece, indica il fatto che poi nulla cambi, nulla si sviluppi in senso concreto, niente si trasformi in azione.
Esattamente il mio timore. Insomma, speriamo queste Linee guida non rimangano sui bit, ma diventino comportamenti concreti e atteggiamenti trasparenti delle PA, del loro voler comunicare bene con i bit.

16 marzo 2010

Brevi

Spunti

In Veneto vengono stanziati due milioni di euro per dotare i Comuni di Centri di pubblico accesso (gratuito) in banda larga a Internet. La notizia qui sul Corriere.
Nel frattempo riparte (ridimensionato) il progetto Naonis Wireless, ovvero la diffusione di connessioni wifi per i cittadini di Pordenone. NuoviAbitanti era stata chiamata già nel 2007 a partecipare ai tavoli di lavoro, per fornire idee e progettualità sull enuove forme di Cittadinanza digitale. Ne parla Bordopagina.

Fanno le riforme della Scuola, però non si conoscono i programmi scolastici per il prossimo anno.
E gli editori stampano i libri alla cieca, inventandosi un po' le cose.

Un bel sito di Storia.

UPDATE
Gilioli: "Vedo che l’ottima Gabriella Carlucci, che si batte da anni per il più rigido copyright e contro ogni condivisione in Rete, ultimamente ha riempito il suo sito di filmati tratti da Sky, dalla Rai e da Canale 5- e senza rimandare ai siti di provenienza, né citarli."

15 marzo 2010

Cybercensura

Ma quanto può dare fastidio ai Governi che in rete si parli liberamente, al punto da censurare la pubblicazione di contenuti o impedire la navigazione?

Reporters Senza Frontiere ha diffuso un documento che fotografa la situazione mondiale, Stato per Stato, e c'è molto da imparare, molto a cui stare attenti.
Il documento completo è qui, trovate una sintesi presso il Nichilista.

13 marzo 2010

Lessig: l'umiltà dei Governi e il rispetto per le nuove generazioni

Il discorso di Lawrence Lessig alla Camera dei Deputati, su La Stampa
... quando ci rendiamo conto che questa guerra che facciamo a Internet è la guerra che facciamo contro ai nostri figli, dobbiamo essere umili e riconoscere che più poniamo vincoli su come loro usano Internet e più loro si oppongono queste restrizioni e in modo sempre più distruttivo. Non possiamo impedire ai nostri ragazzi di essere creativi in un modo in cui noi non eravamo alla loro età, se facciamo ciò allora non faremo altro che renderli, spingerli a diventare pirati. Nel mio Paese i ragazzi vivono in un'era di proibizione, la loro vita la vivono sempre contro la legge e questo è corrisivo, corrode alle basi la democrazia e lo Stato di Diritto. 

11 marzo 2010

Comunicazione, informazione e nuove tecnologie

Giovedì 18 marzo alle 20.45, presso il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone avrà luogo un incontro pubblico di assoluto rilievo dal titolo "Comunicazione, informazione e nuove tecnologie", nell'àmbito del festival Dedica 2010 quest'anno centrato sulla Metamorfosi del mondo della conoscenza e sulla figura di Hans Magnus Enzensberger.

La conversazione pubblica, presente lo stesso Enzensberger, prevede la partecipazione di Derrick de Kerckhove, Luca De Biase, Mario Perniola
Imperdibile.

Ulteriori informazioni qui.


10 marzo 2010

I classici italiani su Google

"Un primo passo importante verso la realizzazione del sogno che ha guidato i fondatori di Google: la creazione di una biblioteca universale". Così Nikesh Arora, presidente Global Sales Operations and Business Development del gigante di Mountain View, ha definito la neonata cooperazione tra Google Books e il ministero per i Beni e le Attività Culturali. In base all'accordo, presentato oggi nella sede del MiBAC, nei prossimi due anni verranno catalogati e poi digitalizzati circa un milione di libri non coperti da copyright conservati nelle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze. Un'operazione che consentirà a chiunque nel mondo di accedere alle opere dei più grandi intellettuali, scrittori e scienziati italiani: il tutto a titolo gratuito e senza esclusive, tanto che i testi saranno disponibili anche sui siti web delle biblioteche stesse e su altre piattaforme, come ad esempio quella del progetto Europeana.


Leggi la notizia su Repubblica

7 marzo 2010

Cucinare la democrazia

Come sapete, i cuochi studiano le tecniche di cucina. E un ragionamento di culinaria è da ascrivere al pensiero tecnologico.
C'è un progetto, ovvero uno sguardo sul futuro, e c'è la modificazione dell'ambiente, ovvero la trasformazione di materie prime in un manufatto, mettiamo sia una torta.
C'è l'acqua, la farina e le uova, e tutto sommato conviene conoscere le loro caratteristiche fisiche e chimiche per saper come si comporteranno in certi frangenti, tipo dentro un forno. Una questione di prevedibilità in relazione al contesto, questione squisitamente tecnologica tanto quanto progettare una diga senza che crolli dopo due giorni.
C'è il forno, ovvero il calore che innesca le reazioni trasformative.
E c'è la ricetta, le istruzioni procedurali, quell'informazione che costituisce il terzo elemento della famosa triade tecnologica, insieme appunto a materia e energia.

Bene, inventarsi un sistema di governo assomiglia al cucinare una torta.
Perché come più volte qui detto, la democrazia è una tecnica, e ragionare di forme di governo è una sorta di riflessione tecnologica. Poi nel parlare comune identifichiamo la forma con i contenuti, la democrazia con i valori, ma la prima è uno schema, una struttura, una procedura, un sistema, un meccanismo che garantisce l'esistenza dei secondi, e quindi traslatamente diventa valore in sé, in quanto desiderabile.
Più di duemila anni fa la Storia per come viene descritta nei sussidiari vuole che a Atene qualcuno si sia posto la fatidica domanda: ma quale forma di governo riteniamo migliore, per la nostra collettività, che soddisfi le nostre esigenze etiche di convivenza civile?
I valori sono già tutti presenti: giustizia sociale, libertà della persona e di espressione, rappresentatività delle classi sociali. Altri secoli aggiungono riflessioni, il Rinascimento italiano, il Seicento inglese, la Rivoluzione francese, gli statuti ottocenteschi, le Carte universali del Novecento.
Quali meccanismi, che tecniche, quali procedure adottare per garantire la democrazia? Separazione dei poteri, organi di controllo, una serie di leggi che dicono come fare le cose per farle nel rispetto dei valori che a esempio una Costituzione esprime.
Il rispetto formale delle procedure è una questione sostanziale della democrazia, perché le regole sono la democrazia.
In un tribunale, anche se l'imputato è stato considerato colpevole, una virgola sbagliata su un verbale può annullare il processo, che va ripetuto nel rispetto delle procedure e delle formalità. Ed è giusto così, se ci pensate, perché simili cose non possono essere arbitrarie.

Dati i valori individuali e delle collettività (la materia), dato il forno e il calore della dinamica realtà sociale, devo seguire le istruzioni (lle procedure, le tecniche di rappresentatività democratica, le forme di governo) per riuscire a cuocere per bene, nel modo che abbiamo tutti stabilito come desiderabile, questa torta che si chiama Società e convivenza civile.

Il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky nell'intervista oggi su Repubblica (da qui)
"Il diritto di tutti è perfettamente garantito dalla legge. Naturalmente, chi intende partecipare all'elezione deve sottostare ad alcuni ovvi adempimenti circa la presentazione delle candidature. Qualcuno non ha rispettato le regole. L'esclusione non è dovuta alla legge ma al suo mancato rispetto. È ovvio che la più ampia "offerta elettorale" è un bene per la democrazia. Ma se qualcuno, per colpa sua, non ne approfitta, con chi bisogna prendersela: con la legge o con chi ha sbagliato? Ora, il decreto del governo dice: dobbiamo prendercela con la legge e non con chi ha sbagliato".

5 marzo 2010

Internet è libertà, perchè dobbiamo difendere la rete

Giovedì 11 alle 15 alla Sala della Regina, Montecitorio.
 
Lectio magistralis di Lessig.
Diretta in streaming sulla webtv diMontecitorio.

Giovedì 11 marzo alle 15, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, si terrà il convegno "Internet è libertà, perchè dobbiamo difendere la rete". I lavori saranno aperti da un intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Seguirà la Lectio magistralis su "Il web e la trasparenza tra ideali e realtà" di Lawrence Lessig dell'Università di Harvard.

Successivamente, interverranno Franco Bernabè, Amministratore delegato di Telecom Italia, Umberto Croppi, Assessore alle Politiche culturali e della comunicazione del Comune di Roma, Fiorello Cortiana, Responsabile Innovazione della Provincia di Milano, Juan Carlos De Martin, Responsabile Creative Commons Italia, Paolo Gentiloni, Deputato del Partito Democratico, Stefano Quintarelli, Presidente di Reeplay, Paolo Romani, Viceministro allo Sviluppo economico.

Moderatore sarà Riccardo Luna, Direttore di Wired. Il convegno sarà trasmesso in diretta sulla webtv di Montecitorio http://webtv.camera.it/.