9 giugno 2007

Mettete nel “cantiere” la critica allo sviluppo





Blog : Decrescita.it

Carla Ravaioli (dal “Manifesto” - Giugno 2007)



 Oggi il mondo (afferma la Fao, che non è un organismo antisistema) produce cibo ampiamente sufficiente a sfamare tutti i suoi abitanti. Ma, come noto, nei paesi cosiddetti “in via di sviluppo” quasi un miliardo di persone è gravemente sottonutrito, e ogni sei secondi un bambino muore di fame. Mentre in Occidente è una malattia sociale l’obesità da iperalimentazione.






La ricchezza continua ad aumentare in tutto il globo. La società attuale sarebbe in grado di sconfiggere la povertà. Ma circa metà della ricchezza prodotta viene accaparrata dal dieci per cento della popolazione, mentre un miliardo e mezzo di persone vivono con due dollari al giorno. L’impoverimento da anni è un fenomeno costante e diffuso anche tra i ceti medi e nei paesi più affluenti. Lo testimoniano tra gli altri Stiglitz, Fitoussi, Giddens, Lutwack, che non sono dei no global.



Le tecnologie oggi disponibili potrebbero consentire di produrre il necessario a una vita agiata per tutti, e anche una buona quota di superfluo, lavorando tutti un tempo limitato: la profezia di Keynes (tre ore al giorno, ricordate?) potrebbe avverarsi. Di fatto il mondo del lavoro contempla masse di disoccupati e di precari, masse di gente costretta a orari massacranti più straordinari imposti sotto ricatto, masse di sfruttati come ai tempi del più spietato protocapitalismo.



A questo modo si producono quantitativi enormi e crescenti di merci sempre più scadenti, che è sempre più difficile vendere, nonostante prezzi sempre più ridotti, e liquidazioni, saldi, rateazioni senza interessi, facilitazioni di ogni tipo: merci per la gran parte destinate in tempi brevissimi a finire in discarica. Possibile e forse vicina crisi da sovrapproduzione, dicono gli esperti. Incontenibile bulimia di un capitalismo avviato a una seria crisi sistemica, dicono le teste più lucide dell’economia critica, Gorz, Wallerstein, Chomsky, Shiva, Bello, ecc.





La gravissima crisi ecologica che va mettendo a serio rischio il futuro della specie umana è diretta conseguenza del sistema economico oggi dovunque attivo, affermano concordemente gli scienziati di tutto il mondo. E’ conseguenza cioè di un modo di produzione distribuzione e consumo, del quale è obiettivo primo la crescita illimitata: in contraddizione insanabile con i limiti dello spazio in cui opera, cioè il Pianeta Terra.
Non sto dicendo cose nuove.

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